Recharge in Nature
Si è conclusa una stupenda esperienza professionale e umana.
Dieci partecipanti da tutto il mondo, selezionati tra oltre 19.000 iscritti all’iniziativa Recharge in Nature, che hanno avuto modo di vivere un’esperienza unica: cinque giorni di disconnessione totale, immersi nella natura della splendida Valle Ombretta nel comune di Rocca Pietore.
L’iniziativa è nata dall’idea di promuovere e far conoscere questi splendidi luoghi, ma con un forte messaggio sociale: è possibile imparare a disconnettersi, rilassarsi, utilizzare la tecnologia con maggior consapevolezza. Un ritorno alla semplicità, fatta di ritmi più umani e relazioni reali.
In questi giorni, i partecipanti hanno avuto modo di sperimentare diverse attività, tra cui meditazione, yoga, stone balancing, escursioni e molto altro; attività volte a ripristinare l’attenzione nel qui e ora, riscoprire la valenza dei sensi e delle relazioni vis-a-vis. Inoltre, hanno avuto modo di dare una mano alla comunità locale duramente colpita dalla tempesta “Vaia” dello scorso ottobre.
Il mio ruolo è stato quello di rilevare i livelli di stress e di mindfulness (intesa come capacità di porre attenzione nel momento presente, saper descrivere le proprie emozioni e i propri pensieri senza giudizio e senza dovervi necessariamente reagire) prima e dopo il soggiorno.
Inoltre, ho proposto ai partecipanti alcune attività per insegnare loro come convivere con lo stress con maggior resilienza, disporre della propria attenzione con consapevolezza e vivere maggiormente il qui e ora. Infine, abbiamo condiviso assieme alcune attività legame al tema dell’intelligenza emotiva.
Sono stati giorni molto intensi, in cui i partecipanti hanno potuto riscoprire il piacere di parlare, guardarsi negli occhi e condividere emozioni ed esperienze senza mai ricorrere all’uso dello smartphone. Arrivati con un elevato livello di stress e condizionati dalla continua presenza della vita online, sono riusciti, anche grazie alla loro grande disponibilità nel mettersi in gioco (e di ciò li ringrazio), a ripristinare l’attenzione verso ciò che li circondava nel momento presente. Si è così creato un gruppo coeso, fondato su relazioni reali.
Un’esperienza unica, che non ha avuto come fine quello di demonizzare la tecnologia ma di sapersene emancipare per utilizzarla come uno dei tanti strumenti a disposizione.
Sono molto fiero di aver collaborato ad un progetto simile che, al di là dell’enorme risonanza a livello mediatico, veicola messaggi importanti tanto sul piano sociale che su quello psicologico.
Ringrazio di cuore il grande team del progetto Heart of the Dolomites! A presto!